L'abitato ai tempi della Magna Grecia e la necropoli di epoca romana
Il sito
Il sito Lavori avviati nel 1985 nell'ex clinica De Vennera per la costruzione della sede della Banca Popolare Cooperativa di Crotone (oggi Banca Popolare dell'Emilia Romagna) portarono alla luce un importante palinsesto archeologico . Indagato in modo quasi esaustivo fino al 1991, con finanziamenti ministeriali e privati (B.P.C.), il palinsesto ha permesso di riconoscere una significativa frequentazione che, a parte poche tracce dell'età del Bronzo e dell'età del Ferro, dall'ultimo quarto dell'VIII sec. a.C. giunge fino al XIV secolo d.C.
Età greca
I dati emersi per la fase greca sono così riassumibili:
▪ Insediamento degli Achei dell'ultimo quarto dell'VIII- metà del VII sec. a.C., che si sovrappone alla fase indigena dall'età del bronzo giunge fino all'età del ferro;
▪ Strutturazione urbanistica con la definizione del reticolo stradale entro la metà del VII sec. a.C. e conseguenti edificazioni nei lotti dell'area (Isolato 1 e Isolato 2, con orientamento N-S ) tra la fine del VII sec. a.C. e l'inizio del VI sec. a.C.;
▪ Costruzione, sempre in età arcaica, di un edificio monumentale in blocchi di calcarenite ("tufo"), da rapportare all'edificio monumentale identificato nel 1932 da Raffaele Lucente nell'area dell'ex Banca d'Italia (oggi sede della BPER);
▪ Edificazione di abitazioni e attività artigianali all'interno degli isolati in tre fasi sovrapposte, dall'età arcaica (VI sec. a.C.) all'età ellenistica (III sec. a.C.), rispettando sostanzialmente sempre i limiti dei lotti e dell'articolazione dei vani. Particolarmente rilevanti per l'organizzazione degli spazi e la collocazione dei cortili, nonché per la raffinatezza, appaiono le case di età classica e di età ellenistica dell'Isolato 2, con un riscontro in altre aree cittadine (scavi della curva Nord dello stadio, area "Gravina", area Messinetti/Via Tedeschi);
▪ Distruzione, apparentemente violenta, negli ultimi decenni del III sec. a.C. e radicale cambiamento della destinazione d'uso dell'area in cui sono realizzate delle fornaci. Questa fase è da porre in relazione all'occupazione italica (Brettii) e cartaginese fino alla fine della II guerra punica.
Età romana
Dopo un secolare abbandono, con accumulo di strati limo-argillosi alluvionali, in età romana, tra la fine del I e tutto il IV sec. d.C. nell'area si impianta un settore della grande necropoli della fase imperiale, che abbracciava anche l'area dell'ex Banca d'Italia (scavi 1932) e del Municipio (scavi 1992-93 e 2016) e che in antico era posta lungo due arterie stradali principali, che da Crotone conducevano a sud a Scolacium e Rhegium e a nord-ovest, superato l'Esaro, a Petelia e Copia-Thurii. Le tipologie di tombe attestate sono varie (incinerazioni in olle e caccabi, fosse terragne, alla cappuccina in fosse o ricoperte da muratura, a cassone, a cupa), con corredi consueti per l'epoca comprendenti spesso una lucerna, vasellame di terracotta di importazione, manufatti in vetro, la moneta come "obolo di Caronte", oggetti d'abbigliamento.
Dall'alto medioevo al XIV sec.
Nell'alto medioevo, caduta in disuso l'area cemeteriale con la definitiva affermazione del Cristianesimo, in un settore marginale venne edificata una conduttura di muratura, pertinente ad un vicino impianto artigianale per la lavorazione del pesce (V sec. d.C.).
Ancora, tra i secoli centrali del medioevo e il XIV secolo la contrada, ormai definitivamente extraurbana e prossima ad un complesso artigianale con fornaci per ceramiche decorate e butti (scarichi di prodotti di lavorazione) individuato nell'area Messinetti/Via Tedeschi e nel cantiere del teatro comunale (Via Paternostro), è stabilmente occupata solo con strutture funzionali (pozzi e silos circolari in ciottoli, silos quadrangolare in muratura) . Seguirà l'abbandono completo che dal XIV secolo giungerà ai primi decenni del XX secolo, con la ripresa edilizia nella zona a seguito della nuova espansione edilizia di Crotone moderna disposta a raggiera verso l'entroterra e la costa N e S a partire da un nuovo fulcro: Piazza R. Lucente, poi della Rivoluzione e infine dedicata al grande filosofo, scienziato, matematico e politico Pitagora di Samo, che qui fondò la sua scuola di pensiero intorno al 530 a.C., sperimentando ed indicando stili di vita e alimentari e di amministrazione della polis.