Norme di comportamento in caso di eventi sismici

 
Comune di Crotone
Comune di Crotone

Centro Operativo Comunale di Protezione Civile


Norme di comportamento in caso di eventi sismici


Aree di attesa della Popolazione (Colore giallo - Tipo 1: lettera A")
Le aree di attesa sono spazi aperti (piazze, slarghi, spazi pubblici o privati, ecc.) non soggetti a rischio. Luoghi sicuri, dove la popolazione può raccogliersi e sostare in attesa dei soccorsi. In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto, in attesa di essere sistemata se necessario, in strutture di accoglienza adeguate. Le zone di raccolta o aree di attesa consentono l'afflusso dei mezzi di trasporto. Per la determinazione delle aree di attesa, si è proceduto con l'obiettivo di avere una distribuzione quanto più possibile uniforme di tali aree all'interno del centro città e dei quartieri più densamente urbanizzati. A tal fine si è proceduto a dividere il territorio interessato in 31 settori omogenei, tenendo anche presente le caratteristiche della rete viaria. Per quasi tutti i settori (28 su 31), sono state quindi individuate le aree libere sicure, facilmente raggiungibili e immediatamente disponibili presenti. Il territorio comunale considerato ai fini della definizione delle aree di attesa, ottenuto sommando la superficie dei settori, ammonta
complessivamente a 11.911.520 mq, all'interno di questa parte di territorio risiede una popolazione di 48.200 abitanti. Complessivamente sono state individuate 81 aree di attesa per una superficie di 160.334 mq, per cui si avrebbe all'interno di queste aree un indice di affollamento teorico medio pari a 0,3 persone/mq.




8.2 Aree di accoglienza o ricovero della popolazione (Colore verde- Tipo 2: lettera B")
Vengono così definite le aree, costituite da superfici coperte e scoperte, possibilmente individuate anche con il concorso di geologi, destinate per la realizzazione di insediamenti provvisori di media o lunga durata (tendopoli, roulottopoli, prefabbricati). Tali aree devono essere aree da vincolare, previa dichiarazione di servitù, in sede di pianificazione urbanistica comunale. Per le stesse aree è necessario predisporre, qualora non già realizzati, lavori di urbanizzazione primaria (acqua, energia elettrica, fognatura).
Le aree per l'accoglienza sono:
- Strutture esistenti idonee ad accogliere la popolazione;
- Spazi aperti sui quali allestire container, roulotte e/o tende.
Le strutture individuate nel piano sono tutte di proprietà pubblica, normalmente utilizzate per attività sportive o come edifici scolastici. Tali strutture sono state inserite nei "centri di accoglienza" riportati nella Parte VII del presente piano.
Gli spazi aperti dove allestire insediamenti abitativi per la popolazione, sono stati invece individuati anche in considerazione delle ultime emergenze nazionali che sconsigliano grosse concentrazioni e la realizzazione di insediamenti molto estesi. E' stato preferito, pertanto un sistema più diffuso sul territorio, ciò anche al fine di consentire, quanto più possibile alle persone sfollate, di continuare a vivere in prossimità delle proprie abitazioni.
In molti casi le aree di accoglienza sono composte sia da spazi esterni che da strutture, tale caratteristica consente di tamponare in maniera molto efficace e veloce, soprattutto nelle prime fasi dell'emergenza, alle carenze di posti disponibili, mediante il montaggio di tende sugli spazi esterni annessi alle strutture. Le aree di nuova individuazione possono essere organizzate, ai fini di una proficua destinazione urbanistica, quali aree polifunzionali, contemperando le esigenze di natura ordinaria con quelle richieste dalla pianificazione di emergenza, applicando un approccio multifunzionale alle attività di individuazione ed allestimento delle aree, così come peraltro suggerito dalla Direttiva PCM marzo 2005 (Pubblicata nella G.U. n. 44 del 23 febbraio 2005). Le finalità da perseguire, nell'organizzazione delle aree prescelte, anche se di natura diversa, presuppongono infatti analoghe esigenze organizzative e funzionali sia nel caso di svolgimento delle operazioni di soccorso e di assistenza alla popolazione, al verificarsi di condizioni emergenziali, che nel caso di installazione di attrezzature per mercati all'aperto, per mostre ed attività ricreative itineranti ed in generale per tutte quelle manifestazioni che prevedano l'impianto di strutture mobili o provvisorie. In sostanza, sebbene contrassegnate da una certa disomogeneità, le caratteristiche fondamentali.
Al fine di stabilire le potenzialità di accoglienza di ciascuna singola area, è possibile fare riferimento ai criteri assunti da A.C.N.U.R. (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), secondo le indicazioni a suo tempo fornite dal Dipartimento ella Protezione Civile. Chiamati a gestire in condizioni di emergenza la sistemazione di centinaia di migliaia di persone, l'ACNUR ha sviluppato negli anni una serie di standard e tecniche di costruzione che permettono in breve tempo di fornire alloggio e servizi minimi a popolazioni bisognose. Si riportano di seguito i criteri stabiliti da ACNUR ribadendo e sottolineando il fatto che si tratta di standard minimi ovvero di valori soglia e pertanto non devono essere utilizzati come valori di progetto.
In relazione ad aspetti gestionali e di sicurezza, le aree di ricovero scoperte individuate per la realizzazione di tendopoli, risultano atte ad ospitare ciascuna un numero massimo di 500 persone con un indice minimo di 20 mq/persona comprensivi della viabilità interna e dei servizi.
Tali parametri dimensionali possono essere considerati idonei a soddisfare gli standard minimi richiesti per periodi di tempo medio lunghi, superate le prime fasi emergenziali.






 
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