Martedì 18 settembre alle ore 17.00, nella Sala Consiliare del Comune di Crotone, si svolgerà la Terza Edizione del Premio intitolato al grande archeologo subacqueo crotonese, Gino Cantafora, venuto a mancare pochi anni fa e il cui ricordo si cerca di mantenere perpetuamente in vita con detta iniziativa, che si spera non venga mai meno.
Le personalità su cui è caduta la scelta di questa terza E dizione del Premio risultano oggettivamente meritevoli, seppure per motivazioni profondamente diverse l'una dall'altra, ma tutte comunque attinenti alla prestigiosa figura a cui è intitolato il Premio, il quale - va chiarito pubblicamente - non è costituito da alcuna somma di denaro, ma possiede un valore squisitamente morale, trattandosi di una targa appositamente creata ed offerta dal grande orafo crotonese, Michele Affidato.
Il primo dei premiati del 2018 sarà il Magg. Carmine Gesualdo, Comandante Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, in considerazione dell'esemplare attività di coordinamento delle azioni preventive e di tutela dei contesti subacquei ricadenti nel piano di controllo e monitoraggio delle aree marine protette e dei siti archeologici subacquei regionali, al fine della prevenzione e repressione degli illeciti in danno del patrimonio archeologico marino.
Il secondo premiato sarà il Dott. Stefano Mariottini, Ispettore Onorario del MiBACT, per la tutela archeologica dei Beni subacquei della Calabria, in ragione dell'attività di ricerca scientifica relativa ai beni archeologici sottomarini tra cui la celeberrima scoperta da lui effettuata il 16 agosto 1972 dei Bronzi di Riace, le due statue rimaste per secoli sepolte nel mar Jonio e diventate negli anni successivi un autentico simbolo della nostra regione in tutto il mondo.
Ma la novità della premiazione di quest'anno si trova espressa dalla singolarità del terzo premiato, il Maresciallo Capo Gianfranco Chiofalo, del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Crotone, insignito dalla Presidenza della Repubblica, il 6 aprile 1999, di medaglia di bronzo al Valor Civile, perché, pur essendo libero dal servizio, si è tuffato in mare, con pronta determinazione e generoso slancio, per soccorrere un uomo che si era gettato per suicidarsi, così traendolo eroicamente in salvo.
Un archeosub come il nostro Cantafora quante volte ha messo a rischio la propria vita, per salvare opere d'arte diversamente destinate a restare perpetuamente sconosciute, per poterle così offrire all'eterna ammirazione dell'umanità. Si coglie, dunque, una profonda e significativa analogia tra la rischiosa attività svolta dal grande subacqueo Cantafora e il gesto eroico compiuto dal Maresciallo Chiofalo.
L'Assessore alla Pubblica Istruzione
Prof. Francesco Pesce