La circostanza che la Corte dei Conti abbia rilevato che la Regione Calabria non è riuscita a spendere i fondi destinati a garantire il diritto allo studio ed al lavoro delle persone disabili è come u npugno assestato in pieno volto ad un pugile già costretto all'angolo.
Una notizia che, per la sua gravità, non può essere sottaciuta soprattutto perché colpisce diritti inalienabili e una fascia già profondamente disagiata.
Restituire quasi tre milioni di euro con la "fame" di sociale che si registra in Calabria è un delitto.
Non ci interessa a chi attribuire la paternità di quanto accaduto.
Resta il fatto, gravissimo nella sua essenza.
Mentre ai Comuni le risorse per il sociale, per le fasce deboli arrivano con il contagocce, milioni di euro che avrebbero potuto portare sollievo a tanti ragazzi e giovani diversamente abili ritornano al mittente.
Unitamente all'assessore di Cirò Marina Nicodemo Baffa e di Cutro Stella Bonifazio, tocchiamo ogni giorno i problemi, le difficoltà, le legittime esigenze che arrivano dalle popolazioni amministrate.
Ed ogni giorno il nostro impegno è proteso a cercare di dare risposte alle fasce più deboli, nell'esiguità delle risorse a disposizione.
Cosa risponderemo davanti ad un fatto così grave come la restituzione dei fondi per il sociale da parte della Regione?
Non credo possa bastare un disconoscimento di paternità rispetto alla pesante sentenza emessa dalla Corte dei Conti.
Chiediamo dunque alla Regione Calabria, all'assessore dott.ssa Federica Roccisano che fornisca, non tanto a noi, quanto alla popolazione diversamente abile, una risposta chiara e specifica, anche rispetto al futuro.
Alessia Romano
Assessore alle Politiche Sociali