Festa, impegno, riflessione

 
Il "crotonese" Carmine Abate
Il "crotonese" Carmine Abate

Carmine Abate è un cittadino onorario di Crotone.
Il saluto del sindaco Peppino Vallone al nostro "nuovo" concittadino:
In molti si sono chiesti cosa volessero significare i tre punti esclamativi sui manifesti e sugli inviti che presentano questa cerimonia e che campeggiano accanto al nome di colui, che tra poco, diventerà nostro concittadino.
Proverò a spiegarli anticipando, fin d'ora, che intendono sintetizzare le tre peculiarità di questa giornata: la festa, l'impegno, la riflessione.
Oggi, per Crotone, è un giorno di festa perché accoglie un nuovo concittadino.
Quando le comunità fondate dai padri pellegrini americani, all'inizio del 1600, aprivano le porte ad un nuovo componente, quel giorno, era considerato un momento di festa.
Lo era, perché colui che accoglievano veniva a rafforzare le difese di quel nucleo di pionieri che stava fondando il nuovo mondo.
Ma non era soltanto questo a generare il sentimento di gratitudine.
Gli erano grati perché aggiungeva il suo bagaglio di esperienza e di conoscenza che, in quell'epoca di buio e di incertezza, contribuiva a rendere la comunità più compatta.
Chi entrava in quel percorso non era più "individuo" ma apparteneva ormai a tutti.
Era questo lo spirito di comunità.
Ecco perché il primo punto esclamativo.
Vuole simboleggiare che la comunità di Crotone è in festa per il nuovo concittadino, lo sta chiamando e lo ringrazia per l'enorme patrimonio di umanità e di cultura che sta portando alla città.
Lo fa con semplicità e con affetto, utilizzando solo il nome di battesimo: Carmine!
Carmine Abate è uno scrittore che ha portato il nome di Crotone e della Calabria in tutto il mondo.
Basterebbe citare il suo ultimo libro, "la collina del vento", vincitore della 50° edizione del prestigioso Premio Campiello, tradotto in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo.
Da questa opera come da altre, che i puristi chiamano fatiche letterarie ma che noi preferiamo chiamare gesti d'amore, traspare l'impegno costante che ha caratterizzato la sua vita non solo professionale.
La volontà di raccontare una Calabria ed una Crotone, in particolare, senza preconcetti, con passione ma allo stesso tempo attraverso la lente di ingrandimento di una lucida analisi.
L'impegno di spiegare al mondo una terra che soffre, che ama, che vive, che lotta.
Il secondo punto esclamativo vuole, dunque, rappresentare l'impegno.
Non il tuo, caro Carmine, ma il nostro.
L'impegno di tutta la comunità di Crotone.
L'impegno a voler bene a questa terra ogni momento, ed ogni momento di più.
E' facile guardare il nostro mare e dire "come è bello". Ma non basta.
La bellezza del mare dobbiamo viverla come nostro patrimonio personale.
Come se fosse un pezzo di noi.
Appoggiare la mano ad un muro qualsiasi di questa città e percepirne immediatamente la storia, la cultura,
le potenzialità che sono tante rispetto alle difficoltà che, a tratti, sembrano prevalere.
Portarla dentro, ogni momento, ed affermare con orgoglio e non con sterile retorica, di essere crotonesi.
Questo è il passaggio fondamentale.
Ed allora non sarà più necessario guardare il mare, il Castello o Capocolonna per ricordarsene, perché la bellezza di questa città ciascuno la porta già dentro.
Ne è diventato custode ed è impegnato a lottare per difenderla.
Ecco di cosa ti siamo grati, Caro Carmine.
In ogni tuo rigo rileviamo l'impegno a rappresentare non una cartolina ma storie di terre e di uomini.
Di uomini che non si limitano a seguire il corso delle cose ma che si impegnano perché queste cambino.
Tu ci stai dicendo che cambiare è possibile.
Ma è possibile cambiare solo con il contributo di tutti, perché da soli si è individui, insieme si è comunità.
Il terzo punto esclamativo è quello della riflessione. Una riflessione comune che ci inviti a fare attraverso la forza delle tue parole.
Hai ragione, Caro Carmine.
Questi sono stati anni veloci.
E coglie, purtroppo, il dubbio, a questa generazione, che siano passati invano.
Tuttavia quelli che abbiamo davanti ci danno il tempo e lo spazio per poterli consegnare alle future generazioni in maniera diversa rispetto a come li abbiamo vissuti e li stiamo, tuttora, vivendo.
Vedete, sarebbe riduttivo sostenere, che conferiamo la cittadinanza onoraria ad uno scrittore.
Non è così.
Crotone oggi abbraccia un uomo.
E abbraccia un uomo di cultura.
E non è un caso.
La cultura è un faro di riferimento per qualunque comunità che intende guardare al futuro con fiducia. E' un settore sul quale stiamo puntando tantissimo e sono, tra l'altro, grato all'impegno del giovane assessore della mia giunta, per il lavoro che sta realizzando in questo senso, non ultima l'organizzazione di questa giornata.
Alla cultura è legato certamente l'esercizio della lettura.
L'esercizio più bello del mondo.
Auguriamoci che soprattutto i giovani si esercitino, in quanto leggere consente di scoprire mondi inesplorati, di apprezzare gli altri, di conoscere meglio noi stessi, di sperare.
E' un buon pasto per l'anima.
Meglio ancora se la portata è servita da scrittori eleganti e profondi come Carmine Abate.
I libri sono importanti.
Certo, a volte si utilizzano anche come sostegno per non far traballare i tavoli.
Molto più spesso, per fortuna, si leggono e si rileggono.
I libri vanno maltrattati.
Se ne sciupa sicuramente copertina e pagine ma non se ne deteriora il contenuto che resta nutrimento fondamentale per l'individuo e per una comunità che guarda alla cultura come ad una possibilità e non un peso.
Bene. E' tempo di ringraziamenti.
Ringrazio tutte le autorità civili, militari e religiose, i rappresentanti delle associazioni, i cittadini, tutti gli ospiti che, con la loro presenza, testimoniano il forte senso di comunità che caratterizza la città di Crotone.
Ringrazio, attraverso il Presidente Pantisano, tutto il Consiglio Comunale che, espressione della volontà dei cittadini, ha aderito alla proposta di concedere la cittadinanza onoraria al nostro Carmine.
Ringrazio Carmine Abate con il quale la comunità di Crotone, attraverso il conferimento della cittadinanza onoraria, prosegue un cammino iniziato tra le righe tracciate con l'inchiostro della sua penna.
Un cammino che intendiamo compiere insieme.
Un cammino, che siamo certi, sarà ancora lungo.

 
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