Apprendiamo, come è prassi ormai, da uno spumeggiante comunicato stampa a firma della Vice Presidente della Regione Stasi e dell'Assessore all'Ambiente Pugliano che tra qualche mese sarà cantierabile il progetto di scavo dell'antica Kroton.
Essendo ormai desueti termini come sensibilità istituzionale, collaborazione tra enti, e via di questo passo appare comunque innaturale che si parli di un'azione forse, anzi senza forse, decisiva per le sorti dello sviluppo della città di Crotone senza che venga assolutamente interpellata la stessa comunità e l'istituzione che la rappresenta.
Sia chiaro, non solo per un dovuto atto di opportunità e di rispetto nei confronti della città di Crotone, ma soprattutto perché, a meno che non si sia tirato fuori come dal cilindro del prestigiatore un "coniglio" diverso, di questo progetto il Comune di Crotone è soggetto attuatore.
E' piuttosto singolare che non si legga nell'enfatico comunicato stampa regionale che si tratta del progetto che ha visto tutte le componenti interessate dal Ministero dell'Ambiente, alla Regione, alla Soprintendenza convergere sul Comune di Crotone come soggetto attuatore.
Un progetto frutto di uno specifico finanziamento ottenuto e di un accordo di programma quadro che risale al 2010.
Un recupero, quello dell'area dell'Antica Kroton per il quale questo Comune si batte da anni.
Fa piacere apprendere che sia un progetto "voluto" dal Presidente Scopelliti ma sarebbe anche utile, per completezza di informazione, riconoscere che esiste agli atti un protocollo di intesa tra Comune di Crotone e Ministero per i Beni e le Attività Culturali che risale al 22 febbraio 2011 con il quale si è stabilito tra le parti di impegnare una somma di oltre 750.000 (quattrocentomila a carico della Soprintendenza e 350.000 quale quota del Comune di Crotone) per una campagna di investigazioni e valorizzazione di una parte dell'area archeologica ex Montedison da attuarsi parallelamente allo specifico intervento di bonifica generale per l'intera area archeologica.
Che esiste soprattutto agli atti, ed è a quanto credo l'unica cosa concreta rispetto all'evanescenza delle parole che apprendiamo dai media, un progetto di quasi settemilioni di euro per l'attività di bonifica in area archeologica dell'Antica Kroton certificato dal Ministero dell'Ambiente, dalla stessa Regione Calabria e per il quale l'amministrazione comunale è pronta già da tempo per la relativa esecuzione quale soggetto attuatore.
Un percorso, quello del recupero dell'antica Kroton, che viene da lontano frutto di una esperienza già maturata con il programma Urban per il quale furono investiti 200.000 per le caratterizzazioni dei terreni per procedere successivamente alle attività di scavo archeologico.
E' stato naturale che il Comune di Crotone, dopo aver effettuato le attività di caratterizzazione, si candidasse ad eseguire l'opera di bonifica come poi è stato attraverso la predisposizione di un progetto di bonifica condiviso ed approvato in successive conferenze di servizi svoltesi presso il Ministero dell'Ambiente.
All'affermazione, contenuta nel comunicato regionale, che il primo ed urgente obiettivo, è la bonifica ed il ripristino ambientale della futura area archeologica, manca dunque un passo:che il soggetto attuatore è il Comune di Crotone.
Sarà probabilmente una svista; non vogliamo credere che la Regione abbia voluto mettere il cappello su un progetto che è condiviso ma non è esclusivamente di sua competenza.
Soprattutto non vogliamo pensare che ci si sia avventurati in questioni come quelle della gravissima piaga della disoccupazione sul nostro territorio giocando con i numeri e paventando lavoro per centinaia di persone senza dati e fatti concreti.
Gli unici fatti che contano sono le carte attualmente esistenti.
Quelle che sono note a tutti gli Enti interessati dal Ministero alla Regione e che vedono il Comune di Crotone soggetto attuatore delle attività di bonifica del sito archeologico della Antica Kroton.
Peppino Vallone
Sindaco di Crotone