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Politiche di conciliazione
Politiche di conciliazione

 "Lavoreremo insieme per mettere in campo politiche di conciliazione che favoriscano il ruolo della donna all'interno del nostro Ente" è quanto affermato dal Vice Sindaco ed Assessore alle Pari Opportunità Teresa Cortese nel corso dell'incontro che si è tenuto stamattina nella sala consiliare con le dipendenti del Comune di Crotone.
Incontro al quale hanno partecipato l'Assessore alle Attività Produttive Anna Melillo ed il Segretario Generale dell'Ente Teresa Mansi a testimonianza della svolta rosa che il sindaco Vallone ha voluto dare al percorso amministrativo.
L'Assessore alle Pari Opportunità Teresa Cortese ha annunciato alle dipendenti l'avvio di uno studio sui temi della conciliazione al fine di ottimizzare i tempi di lavoro delle donne all'interno dell'Ente.
All'incontro con le dipendenti ha partecipato la psicologa Paola Piccirilli che ha presentato una interessante ricerca sulle politiche di conciliazione in Europa.
Dalla ricerca è emerso che se in Italia la partecipazione del lavoro delle donne, soprattutto ai vertici, è molto limitata non è che le cose in altri paesi europei vadano meglio.
In Finlandia, Francia e Svezia il lavoro delle donne è ancora concentrato in alcuni settori di attività e solo una bassa percentuale di donne riveste posizioni manageriali.
Il gap salariale è ancora molto alto: dal 18% della Finlandia e della Svezia al 27% della Francia.
L'Italia presenta un tasso di occupazione femminile, pari al 46%, tra i più negativi nei paesi europei; a ciò si accompagna una natalità in calo drammatico tale da condizionare tutto il nostro futuro economico e sociale. La crisi economica in atto ha aggravato tutti gli indicatori del mercato del lavoro e, inparticolare , quelli riguardanti le donne.
Reagire a questa situazione con politiche familiari e occupazionali mirate è necessario per uscire dalla crisi e per riprendere il cammino della crescita.
L'Italia può beneficiarne più degli altri paesi, perché gli studi recenti degli organismi internazionali rilevano che i paesi caratterizzati da una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro sono quelli che otterrebbero dall'aumento dell'occupazione femminile un maggior vantaggio in termini dicrescita. Uno studio sostiene che l'aumento del PIL arriverebbe fino al 13%.
La Commissione Europea nella Road Map 2006-2010, che è il documento attraverso il quale si delinea il percorso strategico europeo per combattere le disparità tra uomini e donne, individua la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata come uno dei settori fondamentali di intervento stabilendo che è necessario potenziare la dotazione di servizi di cura all'infanzia e alle famiglie, diffondere anche tra i padri i congedi parentali, rendere adattabili i tempi di lavoro con i tempi di vita e in generale predisporre sistemi di welfare che non scarichino sulle famiglie e sulle donne indebiti compiti di assistenza.
Le politiche di conciliazione per funzionare realmente devono essere inserite in una strategia globale in grado di rimuovere le cause più profonde della differenza di genere.
Perché il sistema della conciliazione non diventi per le donne una causa di emarginazione sul lavoro e un danno ad un percorso di carriera simile a quello degli uomini occorre non solo coinvolgere gli uomini nella attività di cura ma anche combattere gli stereotipi e destrutturare i luoghi e i tempi di lavoro opponendosi ad una cultura del lavoro basata sulla presenza a favore di quella dell'impegno e della responsabilità.
 

 
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