Il modello del sottosuolo è stato ricostruito sulla base di dati geologici, geotecnici e geofisici che sono stati raccolti con una campagna finalizzata, estesa a buona parte del territorio urbanizzato.
Dopo aver analizzato ed inserito nel GIS i dati esistenti, sono state svolte le seguenti indagini:
rilevamento geologico-tecnico (Figura 5);
campagna geognostica (15 sondaggi);
prelievo di almeno 3 campioni per sondaggio e analisi delle caratteristiche statiche e dinamiche delle litologie rappresentate;
campagna di down-hole (in 7 sondaggi; Figura 6);
campagna di microtremori con array con metodologie SASW (Park et al., 1999) e ESAC (Ohori et al., 2002);
campagna di microtremori con la metodologia di Nakamura (1989);
Sulla base degli input sismici, definiti dagli studi di pericolosità di base e del modello del sottosuolo, sono state condotte una serie di simulazioni numeriche 1D (PROSHAKE, 2000) e 2D (QUAKE, 2004). Le analisi hanno permesso di caratterizzare ogni zona del centro abitato con fattori di amplificazione e spettri elastici di risposta per gli eventi con periodo di ritorno pari a 72, 475 e 2475 anni (Figura 7 e Tabella 1).
L'area bersaglio è stata quindi suddivisa in 6 zone omogenee, all'interno delle quali è possibile considerare uniforme l'azione sismica in superficie
In Figura 8 è riportata la microzonazione sismica di gran parte del centro abitato di Crotone. Ogni zona è caratterizzata da spettri elastici di risposta per i tre periodi di ritorno selezionati. La zona rossa ha il più elevato livello di pericolosità, la zona grigia il livello più basso.
Fonte: Filippo Ciccone, Massimo Cristiano, Gianfranco de Tullio