► Chiesa dell'Immacolata
Nel 1997, dopo la demolizione di un caseggiato del centro storico distrutto da un bombardamento nel 1942 tra corso Vittorio Emanuele e vico Cammariere, è stato messo in luce l'elevato superstite di un breve tratto della cinta muraria costruita alla metà del VI secolo d.C.
La parte meglio conservata della struttura è il paramento sud antistante la chiesa dell'Immacolata che misura in lunghezza circa undici metri. L'alzato a vista consiste in tre corsi orizzontali e paralleli di blocchi parallelepipedi di taglia abbastanza omogenea (lung. cm 110/126; alt. cm 45/55; spess. cm 20/30) affiancati gli uni agli altri su potenti letti di malta bianca. I conci, tagliati nella tipica calcarenite del Marchesato, provengono tutti dalla spoliazione dei ruderi di edifici di età greca o forse delle stesse mura difensive di Kroton, in disuso già dal III secolo a.C.
Alto pressappoco un metro e mezzo e largo ben quattro metri, detto paramento è sormontato, ad ovest, da brandelli di apparecchiature murarie più recenti, di spessore ridotto a circa due metri e fattura molto rozza. Sulla parte rasata poggia, del resto, all'estremità orientale del versante nord, un muro dalla tessitura irregolare, che affianca materiali di spoglio diversi per natura, forma e dimensione, per il quale è ugualmente plausibile una datazione all'alto Medioevo ma senz'altro successiva all'età giustinianea (527-565 d.C.).
La poderosa cinta muraria fu dunque realizzata con una tecnica di tradizione romana: comprimendo, cioè, un involucro cementizio (che affogava pietrame e spezzoni di laterizi in abbondante malta) alternativamente per testa e per taglio, allo scopo di ancorarsi meglio al nucleo interno.
Nel corso della campagna di scavi, contestualmente alla sistemazione dell'area, è stata effettuata una ricerca volta a far emergere le membrature murarie, che sono diventate al tempo stesso elementi di arredo e luogo di memoria.